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Il lato oscuro dei social network

THE SOCIAL DILEMMA

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Umberto Macchi - pubblicato il 02/11/21

Non solo comunicazione e divertimento: i social network possono avere anche dei “lati negativi”

Pregi e difetti dei social network

La rivista “Journal of Global Information Management” ha pubblicato un approfondito articolo in cui alcuni ricercatori della University of Technology Sydney e della Macquarie University, analizzando cinquanta studi pubblicati sull’argomento tra il 2003 e il 2018, dichiarano di aver individuato ben 46 effetti negativi specifici provocati dai social network. Non solo effetti che colpiscono la salute fisica e mentale, come ansia e stress, ma che vanno a incidere anche sulla privacy, sulla sicurezza e sul lavoro.

Grandi benefici e un enorme potenziale: questo è quello che, di solito, intravediamo nell’espressione “social network”. Ma non ci sono solo i lati positivi, c’è anche il rovescio (negativo) della medaglia: dalla perdita dell’autostima alla solitudine, dal sovraccarico di informazioni allo stalking, dalla violazione della privacy alle molestie fino al calo di rendimento sul lavoro, e l’elenco non finisce qui. Lo studio non è di certo stato fatto per demonizzare l’uso dei social media, ma per capire meglio questi strumenti e per promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi, in modo da incoraggiare la moderazione negli utenti e aiutare gli ingegneri informatici, gli educatori e i responsabili politici ad adottare strumenti per ridurre al minimo l’impatto negativo che possono avere.

Le categorie tematiche più a rischio

I 46 fattori nocivi sono stati individuati in sei categorie tematiche generali:

  • Il prezzo dello scambio sui social, che include danni di carattere psicologico come depressione, ansia o gelosia, ma anche lo spreco di tempo, energie e soldi.
  • Contenuti fastidiosi, che comprende un’ampia gamma di contenuti fonti di disturbo, turbamento o irritazione, come quelli violenti, osceni o sessuali.
  • Problemi di privacy, che includono ogni minaccia alla privacy in relazione alla raccolta, riutilizzo o condivisione esterna delle informazioni personali.
  • Minacce alla sicurezza, ossia i danni provocati da frodi e raggiri come ad esempio il phishing o l’ingegneria sociale.
  • Cyberbullismo, che include ogni forma di abuso o molestia a opera di gruppi o individui, come ad esempio messaggi offensivi, stalking, diffusione di menzogne e pettegolezzi.
  • Basso rendimento e performance, ossia l’impatto negativo sulle prestazioni lavorative o scolastiche.

Dopo aver raccolto tutti i dati, il team si sta ora concentrando sull’analizzare i fattori che possono generare lo sviluppo di una dipendenza da social media. La fase successiva sarà invece quella di sviluppare e testare applicazioni, oppure caratteristiche nel design delle app, capaci di ridurre il numero e la portata degli effetti negativi riscontrati. L’aspettativa maggiore al riguardo è che l’uomo, creatore della tecnologia, riesca anche a trovare il modo, grazie alla stessa tecnologia, di limitarne e controllarne l’uso. Staremo a vedere.

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