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I bambini abortiti sono santi martiri? Un’ipotesi ispirata

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fot. Agnieszka Bugała

Anna Raisa Favale - pubblicato il 10/11/21

Ho incontrato Giovanni Antonucci qualche mese fa alla presentazione del libro “La mano di Dio”, di Bernard Nathanson, l’autobiografia del famoso medico abortista americano che dopo aver compiuto piu di 70.000 aborti, riconobbe la mostruosità di quanto aveva fatto e trascorse il resto dei suoi anni a testimoniare il valore della vita.

Scopro che proprio Nathanson è stato per Giovanni la pietra d’inciampo, quando nell’86 guardò “The Silent Scream – L’urlo silenzioso”, il documentario girato dallo stesso medico, che mostra la registrazione di un’ecografia a ultrasuoni durante un aborto: il bambino, dopo vari inutili tentativi di fuga nel grembo materno, è alla fine inevitabilmente trovato dalla cannula da suzione – lo strumento più comune usato durante gli aborti nel primo trimestre – che lo colpisce e lo smembra, facendolo esplodere in quell’urlo silenzioso appena precedente la morte, che dà il nome al film.

Così come per Nathanson, quel video cambia la vita anche di Giovanni. In quel momento è a L’Aquila, la sua città di orgine, e insegna a Scuola. Con la collaborazione degli insegnanti di religione, porta il documentario nelle classi, che viene visto da quasi 5.000 ragazzi. Ma le reazioni non tardano ad arrivare. Il video è considerato da docenti e genitori “troppo forte, troppo violento”. Come a dire che l’aborto si può fare, ma non si può mostrare, perchè se lo mostrassimo davvero per quello che è, nessuno più lo accetterebbe.

Sono passati solo 5 anni dal Referendum che ha portato alla legalizzazione dell’aborto in Italia, e il movimento per la vita, colpito, è debole, arranca, e manca di linfa nuova. Giovanni ne riprende le redini, e a L’Aquila promuove un’iniziativa che chiama “1 settimana per la vita”, alla fine della quale si va in Pellegrinaggio a Roio, al Santuario di Santa Maria della Croce. Mentre camminano pregando il Rosario, tra l’ultimo mistero doloroso e il primo mistero gaudioso, Giovanni inciampa in un’altra pietra, questa volta reale, e dell’esatta forma di un feto: in quel momento, snocciolando le Ave Maria
e pregando per i bambini abortiti, ha come una rivelazione spirituale: “La battaglia sull’aborto si vince dopo la morte”.

I cimiteri per i bambini non nati

A partire da questa intuizione, il focus della lotta si sposta sulla vita eterna, e Giovanni inizia a coltivare nel cuore il desiderio di seppellire i bambini abortiti nella città de L’Aquila. Ci sono problemi a livello legislativo e sanitario, ma alla fine si risolve tutto: l’ASL dà il suo “sì” definitivo, si trovano aiuti, tra i quali una impresa di pompe funebri che a supporto della causa si offre di prestare servizio gratuito al seppellimento, ed è il via libera alla missione.

Le parole di Giovanni che racconta quei primi tempi sono commoventi:

“A volte andavo all’Istituto di Anatomia Patologica con le pompe funebri a raccogliere i corpi, seguendo il protocollo. Era uno strazio vedere tutti questi corpicini fatti a pezzi, che mettevamo nelle cassettine cercando di usare quanta più delicatezza possibile. Cominciammo a seppellire e lo facemmo per due anni. I comuni italiani sono infatti obbligati a destinare una zona specifica per il seppellimento dei ‘bambini nati
morti’ nei propri cimiteri: il custode del cimitero era un frate che individuò un’area da metterci a disposizione; due anni dopo creammo un monumento, alla cui inaugurazione venne anche Zeffirelli, che aveva visto sul giornale la notizia, con un mazzo di boccioli di garofani. Disse che era stato profondamente toccato dall’iniziativa”.


Lo stesso monumento fu posizionato in diverse città italiane e straniere ed anche all’entrata del campo di concentramento di Treblinka, in Polonia, il primo campo in cui vennero sperimentate le camere a gas, a ricordo di come si stia continuando a perpetrare un altro olocausto, silenzioso e immenso, nella storia dell’uomo. Era il 1989, e per la prima volta in Italia si riconosceva ai bambini abortiti, fino ad allora trattati come rifiuti speciali ospedalieri, la stessa dignità ad essere sepolti che si dava a ogni altro bambino non nato.

“Questo fu il primo passo. Ma volevamo andare avanti, perchè credevamo che si dovesse fare molto di più, riconoscendo a questi bambini non solo la dignità di essere umani sulla terra, ma anche di santi martiri in cielo. Il Vescovo di Guayaquil, in Ecuador, approvò anche una preghiera che iniziava così: ‘Si ripete, in voi, la crocifissione di Gesù…’, perchè davvero questo è il senso”.

Continua a raccontare Giovanni:

“L’esempio del seppellimento venne seguito poi da molti altri comuni italiani, e molte realtà nel mondo si stavano muovendo nella stessa direzione. Il Signore ha mandato tanti segni negli anni, uno dei quali è stato quello di aver fatto Il corso di Postulatore delle cause dei santi in Vaticano, nel 2018.

Sulla base di questo, ho creato l’Associazione per la postulazione della causa dei bimbi non nati martiri, che ha il fine di preparare la documentazione da presentare poi a un Vescovo, che possa aprire effettivamente la causa a livello ufficiale nella Chiesa. Il Signore ha aperto le porte, sono arrivate tantissime testimonianze di gente nel mondo che ci ha inviato storie di segni, di miracoli, in particolar modo in America Latina”.

Oltre a varie apparizioni private, come nel caso della veggente Mirjana Dragičević, una delle veggenti di Medjugorje, alla quale, in uno dei messaggi la Madonna avrebbe detto: “I bambini abortiti sono con me in cielo”, sul sito dell’Associazione sono raccolte varie testimonianze. Ad esempio la storia di Stefania, in Colombia, che dopo aver avuto un aborto a 13 anni e aver tentato il suicidio varie volte, aveva chiesto l’intercessione di suo figlio in cielo per aiutarla a redimere la sua vita dal giro di droga e prostituzione in cui si trovava. Non solo lei è stata salvata, ma anche sua sorella, che in simili situazioni di vita e incinta, è riuscita a trovare la forza di non abortire e ricominciare una vita nella luce.

Oppure la storia di una donna di Medellin, malata di leucemia, che ha pregato per l’intercessione dei suoi bambini non nati in cielo per poter avere un trapianto di midollo che sembrava impossibile potesse avvenire, e che invece Dio ha realizzato, donandole una nuova vita, proprio nel giorno del 15 agosto, il giorno di Maria Assunta. Un miracolo di guarigione fisica, poi, sembra anche essere avvenuto in Messico. Il sacerdote Jesus Salgado, parroco della Parrocchia del Divino Niño e la Santa Croce, a Puebla, lo scorso giugno aveva avuto un infarto, il suo cuore si era letteralmente fermato per vari secondi. I parrocchiani hanno pregato per l’intercessione dei bambini non nati, e Padre Jesus si era salvato. Dopo poco era stato nuovamente ricoverato. Per i medici non c’erano speranze: i suoi polmoni e il suo cuore erano pieni di acqua. Ma si ritornò a pregare: dopo neanche 24 ore Padre Jesus si alimentava già autonomamente, e dopo pochi giorni fu dimesso, nella completa sorpresa dei medici che hanno dichiarato non esistere una spiegazione scientifica a quanto successo.

Tutto questo è ovviamente materiale che sarà sottoposto alla Chiesa e vagliato attentamente. Giovanni specifica: “Condizioni necessarie per l’apertura di una causa di martirio sono due: il fumus di segni e miracoli, e l’“Odium Fidei”, che io rintraccio nel relativismo, lievito madre di tutte le ideologie. Gesù è la verità, le ideologie sono l’errore: l’uomo che si distanzia da Dio, mettendosi al centro, e dicendo “Io non ho bisogno di te”, crea un conflitto, si pone contro Dio”.

Per ritornare a Nathanson, che già negli anni ‘80 affermava con assoluta certezza scientifica che il concepito fosse un nuovo essere umano fin dal primissimo istante, la scienza non ha più alcun dubbio che l’aborto sia a tutti gli effetti l’uccisione di un essere umano: legale, concessa, finanche promossa. Solo dall’inizio dell’anno fino alla fine di luglio, gli aborti nel mondo nel 2021 sono stati quasi 25 milioni. Un numero spaventoso e agghiacciante non paragonabile a nessun altro genocidio nella storia dell’umanità, in nessun altro periodo storico.

Starà alla Chiesa accertare se i bimbi mai nati sono martiri, ma di certo sono anime innocenti che, ormai alla presenza della piena luce del Padre, intercedono con amore e misericordia infinite, come tutti gli altri nostri defunti nella grazia, per la nostra conversione, in particolar modo e in primis, per quella dei loro genitori.

Link associazione: https://martirinonnati.org/

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