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È davvero importante fare l’elemosina?

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N.Pipat | Shutterstock

Felipe Aquino - pubblicato il 28/02/22

Se pensate che l'elemosina si riduca a qualche monetina a un senzatetto, leggete qui

Una delle pratiche spirituali della Quaresima raccomandate dalla Chiesa è l’elemosina. Non semplicemente la monetina che si dà al mendicante, ma anche l’ausilio a opere di carità che soccorrono i bambini poveri e abbandonati, gli anziani bisognosi e tutti coloro che si trovano in condizioni di necessità.

La buona elemosina è un mezzo di santificazione, perché ci aiuta a vincere uno dei peggiori peccati capitali, che è l’avarizia, che provoca tanto male nel mondo. San Paolo dice che “l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali” (1 Timoteo 6,10). Gesù ci ha detto: “State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita” (Luca 12,15), e “Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio! (Marco 10, 24).

Bibbia

L’elemosina ci aiuta a distaccarci dalle ricchezze. Il denaro dev’essere nostro servo, ma mai nostro padrone. Chi ne fa un dio, sacrifica la sua vita e quella degli altri al suo altare.

La Sacra Scrittura parla molto dell’elemosina:

“Chi ha pietà del povero presta al Signore, che gli contraccambierà l’opera buona” (Proverbi 19,17).

“La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, da’ molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco” (Tobia 6,8).

“ Da’ in elemosina quanto ti sopravanza e il tuo occhio non guardi con malevolenza, quando fai l’elemosina” (Tobia 4, 16).

“A esmola será para todos os que a praticam um motivo de grande confiança diante de Deus altíssimo” (Tobia 4, 12).

“ Rinserra l’elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni disgrazia. Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante, combatterà per te di fronte al nemico” (Siracide 29, 12-13).

“Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” (2 Corinzi 9, 7).

“Come sta scritto: ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno. Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia” (2 Corinzi 9, 9-10).

“Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Matteo 6, 2-4)

San Leone Magno (400-461) valorizzava molto l’elemosina:

“La mano del povero è la banca di Dio. Deposita in cielo il suo tesoro chi nutre Cristo nel povero. Spegne qualsiasi colpa contratta in questa dimora terrena, visto che ‘la carità copre una moltitudine di peccati’ (1 Pietro 4,8). Senza dubbio, beneficiamo la nostra anima ogni volta che soccorriamo per misericordia l’indigenza altrui. Compatiscono i poveri quelli che vogliono essere risparmiati da Cristo. Non dubitiamo che quello che si offre all’indigente venga dato a Dio. Nulla è più profittevole che unire digiuni ragionevoli e santi alle opere caritative”.

Sant’Agostino ha detto: “Se fai l’elemosina con tristezza, perdi sia l’elemosina che l’amore. Quello che fai al mendicante, Dio lo farà a te. Le nostre elemosine sostengono le anime del Purgatorio. San Giovanni Crisostomo, dottore della Chiesa (†406), ha affermato: ‘Oh! Se sapessimo il bene che fanno ai nostri defunti l’elemosina che diamo al mendicante e la preghiera che gli chiediamo!’”

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